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2103. Francesco Sforza a Sacramoro Visconti (1452 dicembre 21) Cremona.

Francesco Sforza esprime a Sacramoro Visconti tutto il suo dispiacere per il fatto che la gente d'arme della sua squadra, anziché andare nel bosco a prendere legna, abbia caricato i carri del legname "de solari et dele cassone": così, mentre il duca fa di tutto per trattare bene i sudditi, lui e i suoi uomini li trattano al peggio. A proposito della possessione di Antonio Crivelli, lo Sforza ricorda che al conte è stata data da lui: pertanto se non vogliono rispettare quelle cose per rispetto verso il conte, abbiano almeno riguardo per chi tale possessione ha data.

[ 484r] Domino Sacramoro Vicecomiti.
Siamo advisati che, havendo li homini de questa nostra terra dato ali homini d'arme dela squadra vostra dele carre et carrette per andare a torre de legne, essi homini d'arme se sono dirizati alla corte et carricato le carre del ligname de solari et dele cassone et lassato el legname de boschi, la qual cosa quanto ne sia despiaciuto lo doveti assai pensare, perché, ove noi ce sforzamo tractare bene li subditi nostri, voi cercati farli al pezo che se pò. Voi sapete ch'el conte Antonio Crivello tenne quella possessione da nui, et se non voreste guardare quelle cose per suo respecto, quantunche lui merita ogni bene, lo doveresti fare per modo perché l'è necessario che quella possessione pervenga omnino in nui. Pertanto ve confortamo, caricamo et strengimo che, da mò inanze, vogliate havere altra advertentia acqueste cose et provedere ch 'el non se mova uno minimo troncho de casa, ma se toglia del ligname de boscho, certificandovi che, se ne senterimo più querela, non l'imputaremo ad altri che ad vui, ve saremo malcontenti di facti vostri. Ex Cremona, die ut supra.
Irius.
Cichus.