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223. Francesco Sforza al marchese di Mantova 1452 febbraio 22 Milano.

Francesco Sforza comunica al marchese di Mantova di aver ordinato di mettere in ordine tre galeoni a Pavia e di far stare "due redeguardi" tra Casalmaggiore e Cremona. Gli dice di aver saputo dal suo famiglio Angelo de Caposilvis, che si trova a Casalmaggiore, che il conte Giacomo Piccinino ha indagato sulla via più breve per passare il Po e portarsi a Parma. Chiede, perciò, al marchese di sistemare due delle sue più grandi "fuste" a Viadana per "discorrere da Viadana a Brescello suso et zuso verso Casalmaiore" e di porre guardie verso Canneto e in altri luoghi verso il Bresciano, informadolo di tutto quello che si capterà.

[ 57v] Domino marchioni Mantue.
Perché havimo ordinato che ad Pavia siano posti in punto tri galeoni, et cussì faremo mettere in punto duy redeguardi, quali faremo stare fra Casalmaiore et Cremona et le circunstantie, segondo rasonassimo cum la signoria vostra. Et credemo prestissimo mandare uno de quisti galioni, quale starà ad Casalmazore, ma perché, de po' la partita dela signoria vostra de qui, è vinuto Angelo de Caposilve, nostro famiglio, quale sta ad Casalmaiore, et ne ha dicto ch'el conte Iacomo de quisti dì ha domandato molto sotilmente qual seria la più curta via de passar Po per andare im Parmesana, et simele havisamenti havimo per molte altre vie, pertanto pregamo la signoria vostra che li piaza imediate far mettere im puncto et armare quelle due vostre fuste più grande che haviti et mandarle ad stare ad Viadana, quale habiano ad descorere da Viadana et Bresello in suso et zuso verso Casalmaiore. Et cussì ordinati far fare sento et guarde verso Caneto et quilli altri luoghi gli pare necessario verso Bresana, et che de quello sentiranno de queste cose, debiano de tucto advisare dicte fuste et cussì la signoria vostra, perché, quando pur costoro havessero tal pensiero che poria forsi essere per rispecto che siamo advisati che ad Firenzola et alcuni luochi de là da Po hanno alcune pratiche, dove habiamo mandato et credimo trovare quisti che menano queste pratiche et ne faremo debita iustitia. Et intendando loro per la signoria vostra et per nuy essere facto questo tal providimento de queste (a) guarde et fuste, non crediamo che se gli metteranno, anche non vediamo per qual via, possano passare, la signoria vostra, e in suso el facto saperà meglio provedere che nuy non lo sapiamo scrivere. Della spesa che andarà ad mantenere dicte fuste, piaza alla signoria vostra advisarce, perché nuy intendimo de pagarla, respondendone del recipimento de queste et dela provisione haverà facto la signoria vostra circha ciò. Mediolani, die xxii februarii 1452.
Cichus.

(a) Segue guaste depennato.