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228. Francesco Sforza ad Andrea Fulgineo 1452 febbraio 25 Milano.

Francesco Sforza, ricevuta la notizia dell'arresto dei traditori, ordina ad Andrea Fulgineo che di essi non ne stiano più di due insieme e sotto stretta vigilanza. Vuole che li inquisisca per conoscere quanti altri sono coinvolti nella loro congiura e si avvalga, nella ricerca di altri complici, di Iacomazzo mandato lì di proposito a questo fine. Si dice dispiaciuto dell'eccesso commesso dai contadini di Ibseno, villa del conte Manfredo Landi, e lo informa di aver scritto al podestà di Piacenza che proceda contro di loro.

Ser Andree de Fulgineo.
Havimo recevuto le tue lettere, date Florenzole a xxii del presente, per tenore dele quale restiamo advisate del progresso circha la presa de quilli traditori, et tucto bene, comendiamo la tua diligentia. Et perché tu intendi quanto se habia ad seguire, volimo che tu fazi mettere uno o duy de quilli traditori nel fondo della torre dela (a) rochetta de San Lucha et gli altri siano divisi per lo castello, non gli lassando assieme più che duy, et sotto tal bona guardia che per modo alcuno non possano far fuga. Et deinde procedi alli examine de loro et a sapere tucti li comsapeveli del tractato et a procurare et solicitare haverli tucti in le mane, mediente lo brazo et adiuto de messer Iacomazo, el quale havemo mandato là per questa facenda. Siché, intendendote cum (b) luy, actendi bene a questa impresa, et deinde advisarane de quanto serà sequito. [ 59v] Alla parte dello excesso commisso per li vilani da Ilseno, villa del conte Manfredo da Lando, remanemo malissime contenti et deliberamoce farne tal demostratione che serà exempio a tucti li altri nostri subditi. Et cussì ne scrivemo per le alligate al nostro potestà de Piasenza che li proceda contra. Ceterum, ordina che non sia persona del mondo che possa parlare alli dicti traditori substenuti et preterea ordina al potestà che facia fare lo examino et processi in bona forma et solennemente che se possa sempre mostrare a tucto el mondo. Data Mediolani, die xxv februarii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) torre dela in interlinea.
(b) cum ripetuto.