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235. Francesco Sforza al podestà di Cremona e al cancelliere ducale Andrea Fulgineo (1452 febbraio 28 Milano).

Francesco Sforza scrive al podestà di Cremona e al cancelliere ducale Andrea Fulgineo e si congratula con questi per aver imprigionati gli implicati nel "trattato" di Fiorenzuola. Vuole si proceda alle loro interrogazioni senza alcun riguardo per nessuno neanche per Giovanni Co Grosso. Per quel che concerne Giovanni Francesco Bigarotto vuole che Andrea si veda con Iacomazzo che, per prenderlo, farà come gli suggerirà. Il duca dispone che venga poi fatto un processo solenne in modo che"se possa sempre mostrare cum bona iustificatione".

Potestati Cremone et ser Andree de Fulgineo, cancellario nostro.
Havimo recevuto le lettere de ti, ser Andrea, circha el facto de Fiorenzola et inteso l'ordine servati, cussì (a) in far substenere quelli imputati del tractato, come etiamdio in lo examinare: ve ne commendiamo singularmente et piacene quanto haviti facto. Et perché deliberamo omnino de sapere la veritade del facto, volimo et ve commettimo che debiati procedere a l'examine per tucte quelle vie che meglio vi parerà, non havendo respecto veruno né ad Iohanne Co Grosso, né ad altri. Alla parte de Iohanne Francesco Bigarotto, del quale tu, ser Andrea, ni scrive, volimo che tu te trovi cum misser Iacomazo, el quale exequirà in farlo pigliare quanto tu gli dirai, et non bisongnia che nuy gli scrivimo altro, perché l'havimo mandato in là con commissione de fare quanto expedirà in questa facenda. De quanto seguirà fatene fare processo solemne che se possa sempre mostrare cum bona iustificatione. Deinde adviso del tucto el magnifico Rolando Palavicino ad ciò che bisognandose per luy una cosa più che un'altra fare, la facia. Le alligate mandariti al magnifico Rolando. Data ut supra.
Cichus.

(a) cussì in interlinea.