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247. Francesco Sforza a Giovanni da Tolentino sine data[1452]

Francesco Sforza scrive a Giovanni da Tolentino di aver saputo quello che ha scritto al segretario ducale Cicco circa i millecinquecento ducati: la risposta è la stessa di quella data a Francesco, suo cancelliere: non può fargli avere nulla. Non avrebbe dovuto neppur fare tale richiesta, sapendo in quali ambasce finanziarie egli (duca) si dibatte.

[ 65r] Domino Iohanni de Tholentino.
Havimo inteso quello haveti scripto ad Cecho, nostro secretario, circha el facto delli milli cinquecento ducati di quali ne parla Francesco, vostro cancelliero, al che respondendo dicimo in poche parole che non ve possimo far altro che quello havimo dicto ad esso Francesco, perché non gli è el modo, dovendo supplire alle altre nostre gente d'arme et sequire l'ordine preso, et anche perché, dovendo satisfare alla richesta vostra, ne veneriano alle spalle molti altri quali ne fariano simele rechesta, et ali quali nuy non porriamo supplire per modo alcuno che non se affaria per nuy. Neanche vuy doveristi rechiedere questo, cognoscendo el bisongnio nostro, maxime che siamo certi unde podesti, sempre ne subveniristi del vostro. Siché vogliati havere patientia fin ve poterimo far meglio, et non volere che la spectialità vostra desconzi li facti nostri. Alla parte del vostro servito de Firenza, come sapeti, havemo mandato de là Iacomo vostro da Cemerino et gli havimo facto tal commessione in li facti vostri che siamo certi farrà bon fructo.