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252. Francesco Sforza al luogotenente, podestà, referendario, deputati e consiglieri del consiglio generale di Cremona 1452 febbraio 26 Milano.

Francesco Sforza, in risposta alla loro lettera e alla relazione fattagli dal loro oratore Carlo de Tinti, ripete a: luogotenente, podestà, referendario, deputati e consiglieri del consiglio generale di Cremona il modo (addizione delle gabelle, salvo il dazio della gabella grossa) con cui ha deciso che la comunità si rifaccia delle duemila moggia di frumento accordategli.

[ 66v] Locuntenenti, potestati, referendario, deputatis et consiliieriis Consilii generalis civitatis Cremone.
Havimo veduto, e per vostre lettere, et per relatione de Carlo de Tinti, (a) oratore de quella comunità, como quelli nostri citadini restino contenti de trovare el modo alla recuperatione delle doa milia moza de frumento (b) per la via della concessione delle aditione dele gabelle, salvo della exceptione del datio della gabella grossa. Ve dicimo che, considerato li infiniti lamenti che ne haverissimo continuamente da mercadanti (c), seria necessario, o tor via la dicta aditione, o che ala Camera nostra ne sequitasse detrimento, onde per hoviare alli dicti incovenienti, et maxime che nelle lettere nostre, come anche per le presente, ve replicamo et dechiarassemo che, non bastando le aditione de questo anno, semo contenti suppliati con le aditione de l'anno proximo da vinire fino alla debita quantità, ne pare che quella comunità debia restare contenta alle additione li havemo concesse, vedendo che o per una via o per un'altra venga ad ottenere (d) quello che domanda, et per questo modo, se toleno li infiniti rechiami de mercatanti, la comunità consequisse lo effecto de quello che desidera et ad la Camera nostra non ne sequita alcuno danno, siché possendose adaptare la cosa senza altro incoveniente et vostro aconzo, ne pare non debiati sopra de ciò fare altra replicatione. Data Mediolani, die 26 februarii 1452.
Iohannes Michael.
Cichus.