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254. Francesco Sforza a Giovanni da Tolentino, al podestà al referendario e ai presidenti agli affari di Cremona 1452 marzo 4 Milano.

Francesco Sforza scrive a Giovanni da Tolentino, al podestà al referendario e ai presidenti agli affari di Cremona che (nonostante l'opposizione dei mercanti, il danno della Camera ducale per mancate entrate e le querimonie dei milanesi) concede loro l'addizione sopra il dazio della mercanzia (provvedano, però, loro a tacitare i dazieri). Vuole che, appena ricevuta la presenta missiva, procurino di raccattare le ventimila moggia di "bono et sufficiente" frumento, sistemarlo adeguatamente in modo che "bisognandone, ne possiamo valere d'esso".

[ 67r] Domino Iohanni de Tholentino locuntenenti, potestati, presidentibus negotiis ac referendario Cremone.
Essendo venuto qui da noi Carlo de Tinti, ambasiadore de quella nostra comunità, ad requederce per parte de quella volessemo essere contenti et licentiarla potesse mettere l'aditione sopra il datio dela mercantia, quale haveamo exceptato in le nostre lettere, ve respondessemo, come havarete veduto per la nostra lettera de dì 26 de febbraio, la quale fecemmo per respecto dele querele ne haveano facte li mercatanti et etiam perché eravamo informati dicta aditione tornava in detrimento non piccolo dele intrate nostre, come è la verità, e che era molto exosa ad questi miei citadini milanesi et ad altri. Nondimeno, nonobstante dicti contrarii, azochè comprendiate quanto semo desiderosi fare cosa ad quella comunità grata, per tenore dele presente vi dicimo essere contenti se possa fare decta aditione, et cusì ve ne damo pronta licentia, advertendo tamen non ci bisognasse fare poi ristoro ad alcuno datiere per casone de dicte additione. Et questo, nonobstante quanto se contiene in contrario in dicta lettera et etiam et nele persone prime portarono li ambasadori primi facte ad voi del passato, ale quale quanto ad questa parte derogamo. Ben ve volemo recordare et confortare diate, subito receuta questa, tale et sì facto ordine in ricattare et mettere insieme le xx mila stara de frumento che, senza alcuna dilatione, bisognandone, ne possiamo valere d'esso. Et che sopratucto sia frumento bono et sufficiente, deputando ad receverlo quelli citadini che ve parranno idonei et eligendo li lochi commodi dove se habia ad governare et che non ricevano si non el sufficiente. Et per più satisfactione dela mente nostra haveressemo caro essere da voi avisati, receuta questa, quando crederete haverlo messo insieme. Mediolani, iiii martii 1452. Andreas Fulgineus.
Duplicate Mediolani die v martii 1452 quas tulit Lanzaloctus de Stavolis et Carolus predictus de Tintis.
Cichus.