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265. Francesco Sforza a Cesare da Martinengo 1452 marzo 6 Milano.

Francesco Sforza scrive a Cesare da Martinengo d'aver preso atto della comunicazione fattagli circa il suo famiglio Zorzino, ma gli rileva che mentre quelli che sono venuti dalle terre veneziane sono stati restituiti, loro non hanno mai fatto l'eguale, motivo per cui varrą d'ora in poi la direttiva che "facendo restituire alli nostri, farimo el simele alli vostri"

Cesari de Ma(r)tinengo.
Havimo recevuto le vostre lettere et inteso quanto ne scriviti de Zorzino, vostro famiglio: ve dicimo che certo per vostra spectialitą farissimo ogni cosa et volontiera. Ma considerando che delli nostri che sonno fugiti dal canto de lą, may non [sono stati restituiti], et novamente sonno fuziti duy ad Rizo da Cortona, nostro famiglio, et pur non fi facto altro, nonobstante che nuy ne habiamo facto restituire ad molti che de lą sonno vinuti in qua. Ve dicimo che non ne pare conveniente che nuy debiamo far restituire ali vostri et vuy non fare el simele alli nostri, ma facendo restituire alli nostri, farimo el simele alli vostri. Mediolani, die vi martii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.