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270. Francesco Sforza a Giovanni da Tolentino [1452 marzo 7 Milano.]

Francesco Sforza vuole che Giovanni da Tolentino cerchi di convincere il proprietario della casa a consentire che la vedova di Beluzio continui ad abitare lì. Non riuscendo ad ottenenre ciò, procuri alla donna un'abitazione dove possano stare lei e i suoi figllioli.

Domino Iohanni de Tholentino.
Sentina, mogliera de quondam Betuzo, ne ha scripto che la voliti removere della casa dove habita cum li suoy figlioli senza fargli provisione de altra cosa dove se possa redurre. Et perché, considerato che è vedoa et caricha de figlioli (a) et non ha chi faza li facti suoy, considerato etiamdio lo amore, la fede che ne portò dicto quondam Betuzo nel tempo che vixi (b) al mondo, non ne pare honesto, immo seria una inhumanità ad removerla de dicta casa cussì ex arupto senza provedergli d'altra dove se possa redurre. Pertanto ne pare, et volimo che confortiati el patrone de dicta casa ad lassarglila; pur quando non gli la voglia lasare, volimo che, inanzi la removiati d'essa casa dove è al presente, gli ne trovati un'altra dove se possa redurre cum li figlioli suoy.
Data ut supra. (c)
Marchus.
Iohannes.

(a) Segue che depennato.
(b) Segue ass depennato.
(c) In A ut supta supra.