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271. Francesco Sforza ai castellani del castello di Cremona 1452 marzo 7 Milano.
Francesco Sforza scrive ai castellani del castello di Cremona che hanno entrambi una medesima parità e debbono agire concordemente attendendo sollecitamente a far fare le guardie e le mostre e ogni altro compito inerente all'ufficio. Vuole che si lasci ancora per qualche mese alla vedova di Betuzo il godimento dell'orto che fece il defunto marito nella piazza del castello.
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70r]
Castellanis castri Cremone.
Nuy ve havimo et facti casellani de quello nostro castello perché, concorditer et equalmente, debiati unitamente cum cura et vigili solicitatione, senza che l'uno [abbia] superiorità alcuna sopra l'altro et l'altro sopra l'uno, insistere alla guardia d'esso. Pertanto, vi dicimo che et in far guarde, scriptione, mostre et ogni altra cosa pertinente al vostro offitio de castellania et alla conservatione d'esso castello, ve debiati concordare ad essere uniti insieme senza una minima discordia, altramente ne saria necessaria provedere ad questo per un'altra via. Preterea la donna che fo de quondam Betuzo ne ha scripto che li voliti torre l'orto, che feci fare dicto quondam Betuzo in la piaza de quello castello verso la chiesia de Sancto Biasio, pertanto, nonobstante che esso orto (a) sia della rasone del dicto castello, considerato che è vedoa cum figlioli assay, volimo gli lassiati dicto orto per alcuni mesi. Ben volimo che la dechiarati che esso orto pertene al dicto castello et bisognarà che lo lassi. Data Mediolani, die vii martii 1452.
Marchus.
Iohannes.