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282. Francesco Sforza a Giacomo da Rimini 1452 marzo 8 Milano.

Francesco Sforza ordina a Giacomo da Rimini, economo di Cremona, di sollecitare il clero di lì a fare prontamente il versamento dei trecento ducati d'oro, dei quali il duca si è longanimamente accontentato "per cosa importante al stato nostro".

Domino Iacobo de Arimino, iconimo nostro Cremone.
Perché fin a qui non sentiamo che quilli del chierichato cremonese habiano messo modo ad retrare li dinari della subventione per nuy rechesta, la quale havemo reducto alla somma de trecento ducati d'oro, como sapeti, et nuy habiamo bisongnio delli dicti dinari de presente, perché li havimo assignati per cosa importante al stato nostro, volimo, et per le presente vi commettiamo che subito debiati fare condurre li predicti del cheirichato admonendoli de questa sua negligentia, perché, como sanno li suoy messi, quali fuorono qua da nuy, li usassimo humanità assay, et tanto più facilmente se redussimo alli ducati ccc, quanto che loro ce dedero firma speranza de atrovarli de presente. Sichè fati che senza dimora se rescodino dicti denari et se alcuni de loro o dentro o fora ad ciò seranno renitenti contra suoy beni et fictabili et debitori, fareti fare ogni opportuna executione, per modo che li dicti ducati ccc se habiano de presente. Ex Mediolano, die viii martii 1452.
Christoforus de Cambiago.
Cichus.