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347. Francesco Sforza ad Antonio da Trezzo 1452 aprile 1 Milano.

Francesco Sforza vuole che il cancelliere ducale Antonio da Trezzo si porti dal marchese Borso e diffusamente gli faccia sapere che il duca desidera che egli (marchese) non si intrometta nella faccenda di Fioramonte, marchese di Villafranca, perchè il duca vuole fare di tutto perchè "rehabia le sue terre" da Galeotto occupategli quando Ludovico Fregoso era doge di Genova.

[ 89r] Nobili viro Antonio de Tritio, cancellario nostro dilecto.
Antonio, lo illustre signor misser marchexe ne ha scripto in li dì passati quello che tu vederay per la lettera inserta et gli havemo resposto come vederay per la copia che te mandiamo qui inclusa. Siché, datogli prima la resposta alligata, volimo che, oltra quelle contene la dicta copia, tu per nostra parte conforti et preghi la sua signoria che li piacia, in lo facto de Fioramonte, marchexe de Villafrancha (a), non volerse intromettere né impazare per modo alcuno, perché deliberamo in ogni modo de fare tucto quello che ne sia possibile ad ciò costuy rehabia le sue terre, como è iusto et raxonevele, le quale misser Galeotto, contra ogni dovere et raxone et contra ogni promessa ad nuy facta, quando misse(r) Ludovicho era duxe de Zenoa, glile occupò, siché per honore nostro volimo fare ogni cosa che costuy reintre in casa sua. Però in questo te extenderay quanto più te sia possibele, dandoli bene ad intendere che la nostra totale intentione è, como havimo dicto, et maxime che esso Fioramonte è stato nostro recomandato già xv anni proximi passati. Et cussì in lo facto de quilli da Castelnovo te referiray ad quanto nuy scrivimo, respondendone come haveray facto, et remandane la lettera che ne scrive dicto signore marchexe. Data Mediolani, die primo aprilis 1452.
Persanctus.
Cichus.

(a) In A Villafranchancha.