Registro n. 7 precedente | 411 di 2129 | successivo

411. Francesco Sforza a Giovanni Caymo 1452 aprile 20 Milano.

Francesco Sforza ordina a Giovanni Caymo, cancelliere e commissario di Pizzighettone di intervenire con i soldati, rei di procurare danni alla gente del posto e, specificatamente, di aver tolto fieno a Galeazzo da Castiglione nella sua possessione di Fanengo, di avergli rubato tre vitelli e di avergli cacciato il "malgaro", nè basta, a quei di Lardere hanno rubato quattordici porci. Li obblighi a restituire il maltolto o a pagarne l'equivalente. Se non lo facessero si facciano delle ritenute "per uno dinaro, duy" sulle loro paghe.

[ 108r] Nobili viro Iohanni Caymo, cancellario et commissario Pizleonis dilecto nostro.
Havemo de molte et cotidiane querele da più parte delli damni, inconveniente et robbarie commetteno quelle nostre gente stanno logiate lì, et, oltra che alli dì passati hanno tolto el suo feno a Galeaz da Castilione in sula possessione de Fanengo, gli tolsero poy subsequenter tri vitelli et gli hanno cazato el malgaro. Hano etiandio tolto alli massari de Lardera quatordece porci, et ogni dì fanno pegio, la qualcosa non intendimo comportarli. Et pertanto volimo et te commettimo che tu faci restituire et emendare li damni, overo per qualuncha modo ad acordare quilli a chi hanno dato el damno, advisandoli che, non lo facendo, gli farimo retenire nelle loro paghe per uno dinaro, duy, et oltra ciò gli darimo intendere che non fanno bene, admonendoli et strengendoli ad astenirse de damnezare li homini nostri. Data Mediolani, die xx aprilis 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.