Registro n. 7 precedente | 415 di 2129 | successivo

415. Francesco Sforza a Simone da Spoleto 1452 aprile 21 Milano.

Francesco Sforza manifesta a Simone da Spoleto, commissario sugli alloggiamenti, la grande reazione dei sudditi cremonesi contro i militari che li danneggiano in ogni modo, nonostante che per sistemarli sul loro territorio "hanno supportato e supportano gravissime spese" . Vuole che con Giovanni da Tolentino li ammonisca che se continueranno nel loro malfare verranno loro tolte le armi e i cavalli. Gli fa , poi, presente che gli pare onesta la richiesta di Antonio di Natali che anche i suoi vicini sopportino il carico degli oneri, dopo il danno avuto l'anno precedente quando le genti d'arme gli "detteno gravissimo danno in li suoy prati".

Ser Simoni de Spoleto, commissario super alogiamentis Cremonensi.
Ser Simone, havimo havuto gravissima querela per parte dela nostra comunità de Cremona che le nostre gente gli hanno cominciato le loro (a) biave et pur commetteno de molte altre inconvenientie, non considerando loro cum quanta loro graveza gli danno le tasse, et certe non deliberamo comportarlo per modo alcuno, che saria la totale comsumptione et desfactione delli nostri subditi, li quali, per compiacerne, hanno supportato et supportano gravissime spexe per le dicte nostre gente. Et pertanto volimo et te [ 109v] commettimo che tu admonisse le dicte gente per parte nostra che se abstengano da tagliare et dare altri damni alli nostri (b) citadini et contadini là, et trovando tu veruno che contrafacia a quisti nostri ordinamenti et monitione, volimo che omnino tu gli faci torre l'arme et cavalli et demum apponi tali ordini, che più de ciò non ne sentiamo lamenta. Ceterum ne ha significato Antonio de Natali, nostro citadino cremonese, che de l'anno passato le gente che stavano logiate a Longoverdore li detteno gravissimo danno in li suoy prati, tolendoli el feno o herba et pascendoli lì i prati, il perchè alega che luy solo non debbe supportare tucto el caricho, anzi se debbe destribuire equamente fra luy e suy vicini. Et cussì, parendone la sua richesta honesta et rasonevele, volimo che tu te studii intendere questa cosa et gli providi in modo che dicto Antonio non habia iusta casone lamentarse. Data Mediolani, die xxi aprilis 1452.

(a) Segue herbe depennato.
(b) Segue subditi depennato.