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433. Francesco Sforza al podestà di Castelleone 1452 aprile 25 Milano.

Francesco Sforza comunica al podestà di Castelleone che all'ordine dato ai soldati di lì e di San Bassano di essere pronti "alli nostri bisongni", essi hanno risposto di esserlo, qualora avessero di ritorno quanto hanno impegnato per il vino. Il duca lo invita (come fosse di sua propria iniziativa) a persuadere i creditori a rilasciare, come altrove s'è fatto, liberamente i pegni.

Dilecto nostro potestati Castri Leonis.
Havendo nuy ordinato ad tucte le nostre gente d'arme che actendano ad metterse impuncto per posserle operare alli nostri bisongni, quello sonno allogiate lì et ad San Bassano fra le altre, ce hanno facto respondere essere apparechiate, dummodo alcuni pengni che per lo passato hanno dati per vino, li possano consequire. Per la qual cosa, extimando che quilli nostri homini de Castellione et de San Bassano, per la singulare [ 113v] fede et devotione in nuy, non vogliamo tirarse indreto da quello fanno li altri nostri subditi che hanno tolti simili pengni, quali liberamente senz'altro nostro scrivere et senza alcuno pagamento, li hanno restituiti. Però volimo che, recevuta la presente, como da ti, fazi opera cum li predicti, per quello miglior modo et via te parerà, che restituischano dicti pengni per la dicta casone impignati, il che facendo ce sarrà assay caro et sarimone recognoscitori. Data Mediolani, die xxv aprilis 1452.
Andreas Fulgineus.