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451. Francesco Sforza a Giovanni Caymo 1452 maggio 1 Milano.

Francesco Sforza scrive a Giovanni Caymo, commissario a Pizzighettone, che è improponibile il trasferimento delle navi bisognose di riparazioni a Cremona: mandi a Cremona per qualche maestro che venga a sistemarle sul posto. L'urgenza non consente di "mandare per le nave ad Cremona et Piacenza per fare suso el ponte", si faccia tutto quello che si può con quelle sul posto e a Castelnuovo. Faccia il porto "suli piatti", tutti in non più di sei od otto giorni. L'assicura che manderà le cose richieste (corde e chiodarie).

[ 117v] Iohanni Caymo, commissario Pizleonis.
Respondendo breviter ad quanto tu ne hay scripto, cussì delle nave, sule quale era el castello da piantare le colonne, le quale hanno bisongno de reparatione, et recorde se mandino ad Cremona per farle conzare. Te dicimo che questo non è bono consiglio, perchè gli andaria troppo tempo et non serviriano al bisongno nostro. Pertanto a nuy pare et volimo che subito tu mandi per qualche maystri ad Cremona, che conceno dicte nave lì, et non gli perdere tempo. Alla parte per mandare per le nave ad Cremona et Piacenza per fare suso el ponte, similiter dicimo che gli andaria troppo tempo, il perchè volimo che tu togli tucte le barche se trovano lì et ad Castelnovo et de lì oltra, apte a zò, et se faza quello se pote. Et se pur ce ne mancharà alcuna, advisace subito che ce provederimo d'altrove, advisando che li farimo pagare el nolo de quello pocho tempo haveranno a stare impedite. El simele dicemo che faci fare el porto suli piatti. Et tucte queste cose bisongna infra sey o otto dì al più, siché bisogna, se tu usassi may solicitudine in alcuna cosa, che tu la usi in questa. Quelle cose che tu rechiedi, cioè corde et chiodarie, gli faremo mettere ad ordine et subito te le mandaremo. Ex Mediolano, primo maii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.