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457. Francesco Sforza a Manfredo da Forlì 1452 maggio 2 Milano.

Francesco Sforza si dice stupito che nè lui, Manfredo da Forlì, nè il capitano ducale della Lomellina non abbiano "ferramento per li sandoni". Lo informa di aver trovato ferro che sarà condotto via acqua a Cremona, perciò non vuole tralasci di fare quanto gli compete. I maestri da lui richiesti al fratello del duca, Alessandro, e a Rolando Pallavicino saranno a sua disposizione quando lui lo vorrà. Siccome farà radunare tutte le genti d'armi ducali e farà loro passare il Po, gli ordina di prendere il "piatto" e tante altre imbarcazioni per costruire due ponti sui quali possano passare assai cavalli nell'una e e nell'altra direzione. Dà assicurazione che i padroni di dette imbarcazioni verranno pagati per tutto il tempo che "staranno occupate le dicte nave".

[ 119r] Nobili familiari nostro dilecto Manfredo de Forlivio.
Respondendo alla tua lettera de dì xxviii del passato te dicimo che credevamo che tu et il capitaneo nostro de Lomelina havesti havuto el ferramento per li sandoni, et pare non l'habiati havuto nyuno de vuy, del che se ne siamo maravigliati. Pur, perchè del tucto sii chiaro te advisamo como habiamo trovato el ferro qua, et habiamo posto ordine che di del presente mese se levarà da qui et sirrà conducto lì ad Cremona per aqua. Igitur te caricamo che dal canto tuo non manchi fare quanto hay ad fare. Le brichole siamo certi che, alla re(ce)puta de questa, saranno spazate et fornite, donque non se extendirimo più oltra. Li maystri, quali hay rechesti ad Alexandro, nostro fratello, et ad Rolando Pallavicino, benchè non siano venuti, veneranno facendone tu instantia, perchè li prefati faranno quanto tu gli diray. Alle altre parte della dicta tua lettera non achade altra resposta. Data Mediolani, ii maii 1452.
Insuper, perchè facemo redunare insieme tucte le gente d'arme nostre, come devi intendere, et le faciamo passare tucte di qua da Po, vogliamo che pigli quello nostro piacto et tante altre nave che faci fare duy porti, quali possano passare cavalli assay et quali faray fare per tal modo che, bisognandoli condurre o più in su, o più in zò, possano essere conducti, advisando che pagarimo li patroni, a chi pigliaray le nave, per tucto el tempo che staranno occupate le dicte nave. Et questo faray fare subito et senza alchuna dimora et in modo che stagano bene, et quando li haveray facto, subito ne adviseray, rescrivendone della receptione de questa. Data Mediolani, die ii maii 1452.
Bonifatius.