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467. Francesco Sforza a Giovanni Caymo 1452 maggio 3 Milano.

Francesco Sforza rinfaccia a Giovanni Caymo, commissario di Pizzighettone, la perdita di tempo per cui se avesse obbedito a quanto ordinatogli e tramite Giovanni da Tolentino "le nave sariano mò acconze". Cerchi ora di fare quanto gli ha ordinato, pigliando "lì piati et le nave". Se ne mancassero lo stesso duca scriverà a Giovanni da Tolentino che gli faccia avere qualche nave e altrettanto dirà al podestà e al capitano di Piacenza. Se gli abbisogneranno maestri, solleciterà Giovanni da Tolentino a inviarglieli o farà loro approntare a Cremona quanto gli sarà necessario. Quello che importa è che dia "spazamento ad quanto (ha) da fare senza perdere uno atimo de tempo"

[ 121v] Egregio dilecto nostro Iohanni Caymo, commissario terre nostre Pizleonis.
Havimo recevuto toa lettera et inteso quanto scrive circh' al facto de aconzare di ponti et del parere tuo de havere più tosto mandato ad acconzare le nave ad Cremona che de havere mandato ad Cremona per li magistri, et cetera. Dicimo che se tu havesti mandato da Iohanne da Tollentino quando te scripsimo, le nave sariano mò acconze, ma tu hay voluto replicare et scrivere, et fra questo mezo che se aspecta le resposte, el tempo passa et non se fa niente, siché el se vole sempre obedire, che obedendo el non se pò fallare. Ma circha el facto de far del ponte pigliandoti, como te havimo scripto, li piati et le nave di porti et cossì tutte le nave che sono del casello, credemo debiano manchare poche nave per complimento del dicto ponte et, quando pur li manchi qualche nave, scrivemo ad Iohanne da Tollentino che veda de fartele havere, et per lo simile scrivemo anchora ad Piasenza et al potestà et capitaneo che te debia mandare le nave che gli richiederay, cercharay de havere le nave manchassero ad Piasenza. Per questo modo poray subito fare fornire dicto ponte, et circha ciò non gli usare negligentia alchuna. Et per lo simile scrivemo anchora ad Iohanne da Tolentino che, bisognandoti mandarte maestri là, te li mandi o che facino lì ad Cremona quelli aconzi li richiederay. Et dicte lettere te mandiamo aligate cum questa, siché vedi de dare spazamento ad quanto hay da fare senza perdere uno atimo de tempo, et che subito sia im puncto et fornito ogni cosa ad complimento et bene che non gli manchi cosa alchuna. Et vogli subito avisarci de quanto haveray seguito. Mediolani, iii maii 1452.
Iohannes de Ulexis.
Cichus.
A margine: Replicata fuit die iiii maii 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.