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469. Francesco Sforza al podestà e ai castellani di Cremona 1452 maggio 3 Milano.

Francesco Sforza dice al podestà e ai castellani di Cremona che li autorizza a mettere in temporanea libertà, Beltrame Terzi, gravemente ammalato, in modo che possa adeguatamente curarsi, purchè dia garanzia di diecimila fiorini, del valore di trentadue soldi ciascuno, (da inviare al duca) e assicuri, a guarigione avvenuta, di far rientro nel castello.

Spectabili et nobilibus viris potestati nec non castellanis Cremone carissimis nostris.
Sentendo nuy che Beltramo Terzo, retenuto lì in quello nostro castello, è molto infirmato grevemente, et havendo nuy più cara la salute sua cha la infirmitade, facendone luy fare proferta de darne sigurtade per fiorini decimilia in quella nostra cità, se lo vogliamo remetterlo in libertade sua ad ciò ch'el se possa fare currare et guarire, siamo contenti de compiacerli. Et però comandiamo ad ti, potestate, (a) che debiati fare stipulare et acceptare in nostro nome idonea et sufficiente sigurtà da luy delli dicti fiorini decemilia, ad rasone de soldi xxxii per fiorino, che non se partirà fora de quella nostra cità senza nostra spectiale licentia, imo che quam plurimum serrà libero et reducto in la pristina sanitade ch'el ritornarà in quello nostro castello. Et stipulata deinde et acceptata dicta securtade, siamo contenti che vuy, castellani, lo relaxati in suo arbitrio de andare in quale casa gli piacerà dentro essa cità per farse curare et medicare, et successive, facto questo, vogliamo che ne debiati mandare qua la dicta sigurtade. Data Mediolani, die iii maii 1452.
Bonifatius.
Cichus.

(a) In A potate senza segno abbreviativo.