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483. Francesco Sforza al vescovo di Cremona 1452 maggio 6 Milano.

Francesco Sforza, informato che Giacomo da Pescarolo, chierico alla corte di Roma, ha fatto una citatoria contro don Pietro de Mais per la rettoria della parrocchiale cremonese di San Matteo, comanda al vescovo di Cremona di convocare "subito" sia detto don Pietro imponendogli di non lasciare le terre sforzesche, e sia i procuratori del predetto Giacomo ammonendoli che del beneficio in questione don Pietro è stato investito per volontà del duca. Ciò fatto, al vescovo non spetterà altro che ordinare alle parti di starsene cheti alla decisione ducale.

[ 124v] Domino venerabili Dei gratia episcopo Cremonensi.
Habiamo inteso che ad instantia de uno Iacomo da Pescarolo nostro Cremonese, chierico residente in corte de Roma, è proceduta una citatoria contra miser don Pedro de Maiis, rectore dela ecclesia parochiale de Sancto Mathio de quella nostra cità de Cremona, per casone del dicto benefitio. Del che ne maraviglamo, perché como sa la reverenda vostra paternità, et come debbe sapere dicto Iacomo et tutti quelli nostri citadini, el dicto don Pedro è ad la posessione pacifica dela predicta ecclesia de nostra concessione et voluntà et consentimento de tutti quelli della dicta parochia, et così è nostra intentione et dispositione che l'obtegni el dicto benefitio, senza impedimento alcuno. Per la qual cosa confortiamo et charicamo la prefacta vostra reverenda paternità che subito vogli havere da sé el predicto don Pedro di Maii et commandarli, per nostra parte, che per nesuno modo se debba absentare dal dominio nostro. Et similiter voglati havere li procuratori del dicto Iacomo, suo adversario, che non debbono usare alcuna spectativa che luy habia nel dicto beneficio, perché è contra li ordini nostri né impedire dicto don Pedro in alcuna cosa, commandando le predicte cose per nostra parte a l'una parte et l'altra che le obediscano per quanto hanno cara la gratia nostra. Data Mediolani, die sexto maii 1452.
Christoforus.
Cichus.