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485. Francesco Sforza a Giovanni da Tolentino (1452 maggio 6 Milano).

Francesco Sforza manifesta a Giovanni da Tolentino il suo cordoglio per la diffusione della peste in Cremona e si dice stupito che i governanti non abbiano ancora provveduto a emanare le disposizione che si rivelarono efficaci nel passato.

Domino Iohanni de Tholentino.
Havimo inteso cum singularissimo spiacere et cordoglio quanto ne haviti scripto della peste quale pullula, ymo cresce in quella nostra carissima cità. Et perché, como saviamente recordate, se è pur veduto et conosciuto expressamente per lo passato che li ordini et bone provisione molto giovano, molto ne maravigliamo che tanti valenti homini al governo de quella nostra comunità non gli facino le debite provisione, actento maxime che res sua agitur et hanche la nostra, et se debbeno arecordare quanto gli giovareno l'anno passato li boni ordini: le quale tucte cose gli recordiamo per le alligate et gli recordamo, stringimo a fargli ogni opportuno remedio. Vos autem non gli manchati in cosa alcuna, se may havesti voglia farce cosa che ce piacia. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Iohannes.