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501. Francesco Sforza a Onofrio Bevilacqua 1452 maggio 11 Milano.

Francesco Sforza manifesta al conte Onofrio Bevilacqua a Maccastorna il suo disappunto nel constatare i vani tentativi per un accoro fra lui e i suoi uomini di Corno e quelli di Maleto. Lo sollecita a un accordo, altrimenti dovrà intervenire il duca senza dargliene ulteriore informazione.

alhora retornati ad casa, dopo quello, nondimeno retornarono, pose alcuni
[ 130r] Comiti Honofrio de Bivilaquis Machasturne.
Alli dì passati deliberando nuy de mettere fine ad la contentione, quale già longo tempo vertissi fra ti et li toy homini del Corno cum quilli da Maleto, dali quali receviamo grande querele. Retrovandote qui in questa quaresima passata, tu ne facessi dire como gli era principiata certa praticha d'acordio fra vuy, il quale, tu credevi, dovesse havere (a) loco, el che ne fo molto gravato. Ma li dicti homini da Maleto, essendo giorni ad nuy, dicendo per alcuno modo non potere consequire la rasone sua né havere lo acordio, et pur, iterato, nuy gli mandassimo cum medesima speranza che tu li dovesti acordare, et cussì te scripsimo strectamente confortandote ad questo. Adesso elli sonno pur anche retornati la terza volta, facendone più grave querela cha de prima, del che havimo preso despiacere et molestia assay, et havendote facto cerchare per questa casone, ne fo resposto como tu eri partito da questa citade. Il perché ultimatamente te ne havimo voluto repplicare et scrivere in questa facenda, remandando pur li dicti quisti homini da Maleto et caricandote, per quanto desideri farne cosa grata, che tu venghi al dicto acordio per modo non ne sentiamo più querela da quisti homini da Maleto, altramente ne sarrà forza gli prendiamo altro partito et fargli altra provisione senza scriverti più veruna altra cosa. Data Mediolani, die xi maii 1452, subscripta in Consilio secreto.
Cichus.

(a) In A havesse con sse depennato e segno di abbreviazione finale.