Registro n. 7 precedente | 504 di 2129 | successivo

504. Francesco Sforza a Giovanni da Tolentino 1452 maggio 13 Milano.

Francesco Sforza dice a Giovanni da Tolentino di essere stato informato dal suo cancelliere Francesco della situazione della peste a Cremona e di aver detto a Giovanni Pilizaro quali provvedimenti necessitano. Lo aggiorni su che si fa, tanto più per aver inteso che la gente d'arme entra in Cremona e si mescola nelle case.

Dom(i)no Iohanni de Tholentino.
Havimo inteso quanto Francesco, tuo cancellero, ne ha dicto circha el facto della peste, de che havimo resposto et dicto ad Zohanne Pilizaro quale sia la intentione et voluntà nostra in questo et che li se facia ogni debita provisione et remedii siano possibili et debono farse. Et staraili actento, vigile et diligente et advisarane donde procederà, et che et come, non se facendo, ordini provisione et remedii opportuni et quanto possibele sia, et vederimo chi sarà quello che ne vorà quastare quella città et turbare el facto nostro. Preterea intendimo che le gente d'arme vegono dentro in la cità et vinose mischiando per le case et praticando et inbratando l'aqua, et che Zohanne Tegazo è morto de morbo, siché volimo gli debbi provedere et obviare acciò et remediarli che, inbratandose le gente d'arme, poy facilmente considerare que importa et quanto in pericolo sia et quello fosse a dire. Data Mediolani, die xiii maii 1452.
Ser Facinus.
Cichus.