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523. Francesco Sforza all'abbate del monastero di San Lorenzo di Cremona 1452 giugno 5 "apud Pratum Albuinum"

Francesco Sforza fa osservare all'abbate del monastero cremonese di San Lorenzo, che si era lamentato per "lo sconzo et inhonestade usate al...monaterio", che , a dire il vero, i monaci si sono "malissimo portaty" non volendo pagare il sussidio e usando "de molte et molte inhoneste parole che non se convenevano a loro" per cui egli ha ordinato al podestà di reagire come ha fatto. Comunque, ora paghi quel poco che ancora deve per le spese all'inviato di Bevilacqua.

Reverendo in Christo fratri nostro carissimo domino fratri Mansueto, abbati Sancti Laurenti Cremone.
Havimo recevuto le vostre lettere et inteso per quelle lo sconzo et inhonestade usate al vostro monasterio. Se cussì è, ne rencresce et dole assay, ma ben ve advisemo che li vostri deputati al regimento della vostra causa se sonno malissimamente portaty non solamente in non volere pagare la sua contingente parte del subsidio, ma hanno usato de molte et molte inhoneste parole che non se convenevano a loro per molti respecti, in modo che a nuy è stato pocho honore, nè habiamo potuto fare altramente che habiamo facto. Pertanto, aciò che non se dia captivo exemplo ad altri, fati pagare quello pocho resto, che dirrà et comandarà el nostro potestate lì per le spese, facendo spazare el portatore presente, compagno del strenuo Bivilaqua, ita che più non habia ad correre ad nuy per questa casone. Data ut supra.
Cichus.