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565. Francesco Sforza agli uomini di Manerbio 1452 giugno 7 "ex castris nostris contra Pontevicum".

Francesco Sforza scrive agli uomini di Manerbio che si mostrano incerti di portarsi da lui per accordarsi in seguito alle "zanze et frasche" di Gentile da Leonessa che insinua essere il duca pronto alla fuga e che i Veneziani prenderanno Soncino. Il duca li rassicura che farà "tale demostratione et presto, che chiaramente (...) vedranno chi fuzirà et chi sarrà signore della campagna"

Comuni et hominibus Minerbi.
Vuy mandasti hieri da nuy per lo acordio vostro, el quale acordio acceptay (a) volontieri et de bona voglia. Adesso pare che per alcune zanze et frasche, quale ha scripto Gentile della Leonessa, vuy stati pur un pocho sopra de vuy ad vinire a fare quello che haviti dicto de volere fare, sforzandose el dicto Gentile de darvi ad intendere che io fuzo et non li aspectarò et che haveranno Sonzino, et cetera. Et, pertanto, vuy doviti vedere et intendere molto bene se io habia facto o fazo via da fuzire et poychè vuy voliti piutosto credere a lhoro le busie, che considerare et intendere quello che è el vero, io ve adviso che io farrò tale demostratione et presto, che chiaramente vuy vederiti chi fuzirà et chi sarrà signore della campangna; et alhora quando haveriti veduto questo, como so che vederiti, io ve demostrarò che haveriti facto male ad credere piutosto le busie ad altri, che ad nuy la virità, et da Sonzino, io vi adviso, ne fazo pocho caso, benchè l'habiano havuto, perchè io fazo pensiero de havere quello, et le altre cose, havendone ad remanere la campagnia como haverà et como vederiti per effecto. Ed ad ciò non habiati may scusa alchuna, io ve scrivo questa perchè possiati de novo vinire ad fare quello che haviti dicto de volere, et asecuro, per tenore della presente, li homini quali mandariti per questa casone. Ex castris nostris contra Pontevicum, die vii iunii 1452.
Zanetus.
Cichus.

(a) acceptay ripetuto.