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571. Francesco Sforza ad Almerico de Fortis (1452 giugno 24 "apud Quinzanellum").

Francesco Sforza ringrazia Almerico de Fortis per avergli comunicato quanto il famiglio di Giacomo Piccinino e l'uomo d'arme Tommasino vanno propalando. Se si portassero là dove lui si trova, faccia loro sapere che potrebbe essere annullato il salvacondotto di cui beneficiano, e così si farà se continueranno tale campagna di ciance ostili.

Almerico de Fortis.
Havimo recevuto le tue lettere et inteso per tenore de quelle le busie et zanze vanno seminando quello famiglio del conte Iacomo e Thomaxino, homo d'arme. Dicimo che tu hay facto bene advisare et comandiamo la tua diligentia, confortandote ad fare el simele per l'avinire. Ma perchè tu intendi la mente nostra circha ciò, non volimo che tu gli sustengni nè gli faci altra novità per adesso. Ma ben volimo, venendo in loco che tu gli trovi, che tu gli dichi non fanno bene ad usare simele busie et zanze, siando venuti socto nostro salvoconducto, el quale meritamente seria rocto se nuy volissimo usare discortisia, como fanno loro, ymo licite gli lo poterissimo rompere et non gli usariamo discortisia, dicendoli et certificandoli che se andaranno dicendo simele parole gli romperimo dicto salvoconducto, et de quanto dicono, se trova pur fin a mò el contrario, et che alevare delle store se ne corzeranno. Et como havimo dicto, non volimo per questa fiata tu gli faci altra novità. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.