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596. Francesco Sforza a Manfredo da Forlė 1452 luglio 2 "ex castris nostris".

Francesco Sforza, dopo essersi congratulato con Manfredo da Forlė per avere sequestrato cavalli, tre buoi e una mucca, vuole che restituisca i cavalli ai padroni e altrettanto faccia per l'altro bestiame se attendibilmente gli risultasse che esso appartiene a sudditi sforzeschi. Conclude la missiva con un invito a leggere bene e a ben capire le lettere ducali.

[ 155r] Manfredo de Forlivo.
Havimo inteso quanto tu ne scrivi de Lixeo, quale, tu dice havere venduto el bestiame et lo farimo recerchare. De quilli duy a quali hay tolti li cavalli et quilli tri bovi et una vacha, restiamo molto contenti et te ne comendiamo, ma siamo contenti che tu restituischi li cavalli alli patroni loro, et volimo che tu te informi de chi sia el bestiame, et havendo informatione fidedingna che siano de alchuni delli nostri subditi, volimo gli siano restituite, et siando altramente advisane. Ceterum, comprendimo per el tuo scrivere che tu hay male inteso quante te havimo scripto sopra questa materia, perchč tu scrivi che non lassaray (a) veruno senza bolectino soctoscripto de nostra mano propria : che non č cusė, ma se tu guardi bene le nostre lettere non dicimo che li bolectini siano soctoscripti de nostra mane, ma dicimo delle lettere che te scrivessimo per la relassatione del bestiame. Sichč, intende bene et observa quanto te scrivimo. Ex castris nostris felicibus apud Trignanum, die ii iulii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Segue may depennato.