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599. Francesco Sforza ai deputati agli affari di Cremona 1452 luglio 2 "ex castris nostris felicibus apud Trignanum".

Francesco Sforza rimprovera i deputati agli affari di Cremona per non avere ancora provveduto al pagamento dei carri che servono per il castello di Milano. Impegnato in quell'impresa (la guerra con Venezia), che spera di ultimare prestissimo felicemente, si augurava di avere da loro maggior aiuto ben sapendo che quello che il duca fa, lo fa per "quiete, riposo et pace" dei popoli e dei sudditi.

[ 155v] Deputatis ad negotia civitatis Cremone.
Filippo de Anchona, nostro offitiale, ne scrive che non haveti pagati li denari quali haviti ad pagare per li carri, quali hanno ad servire al castello nostro de Mediolano, de che ne havimo preso admiratione assay che, actento li affanni (a) grandi et le spese ne occoreno per l'impresa havimo alle mane, quale impresa, mediante la divina gratia, per le rasone habiamo dal canto nostro et per li apparati copiosi et per più altri respecti et (b) ultimarimo prestissimo felicemente et cum victoria. Non tanto che da vuy sperassimo la expeditione de tali dinari, ma eravamo et semo de parere che de magiore adiuto ne dovesti subvenire, perchè tucto quello facemo, lo facemo per indurre li popoli et subditi nostri ad perpetua quiete , riposo et pace, sichè vogliati dare modo et forma al dicto pagamento senza exceptione, segondo sariti rechesti dalli nostri offitiali lì, non ponendo in ciò dilatione nè dificultà alchuna. Ex castris nostris felicibus apud Trignanum. die ii iulii 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.

(a) Segue assay depennato.
(b) Segue per li per più altri respecti depennato.