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603. Francesco Sforza a Manfredo [da Forlì] 1452 luglio 3 in castris felicibus nostris apud Trignanum

Francesco Sforza ribadisce che le lettere da lui sottoscritte si riferiscono alle bestie tolte agli uomini di Cigliano. Ciononostante vuole che si rilascino al famiglio di Fusco, portatosi lì, le bestie sequestrategli. Se, però, fosse provato che esse sono degli uomini di Cigliano, ordina che vengano ridate ai padroni.

Manfredo,
la lettera soctoscripta de nostra mano, quale hay (a) havuta ti, l'havimo scripta per le bestie che sonno (b) detenute lì, tolte alli homini nostri de Cignano, sichè questo famiglio de Fusco torna là per le bestie che gli hay sequestrate. Pertanto, non essendo de quilli da Cignano, siamo contenti et volimo che gli le faci restituire, et caso che fosseno da Cignano, et che li homini da Cignano provasseno, per qualche inditio, che fosseno de loro, volimo che le restituise alli patroni. Data ut supra.
Persanctus.
Cichus.

(a) Segue hay depennato.
(b) segue venute lì depennato.