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612. Francesco Sforza a Simone da Spoleto 1452 luglio 4 ex felicibus castris nostris apud Trignanum

Francesco Sforza ordina a Simone da Spoleto in Manerbio di revocare il bando da lui fatto per cui chiunque aveva presso di sè roba dei soldati era tenuto a denunciarla. Gli rimprovera scarsa sensibilità, avendo mostrato con tale disposizione, di non aver capito che il presente non è "tempo de usare asperità nè spiacevoleze"

Ser Simoni de Spoleto, in Manerbio.
Nuy havimo inteso che tu hay facto fare uno bando in quella nostra terra che qualunche de quelli homini havesse veruna robba de soldati appresso de si, le debia havere publicato et presentate sotto una certa pena, et che per questa casone tu hay conndenato certi de quelli homini, del che ne siamo molto maravigliato, chè tu say bene non hay simile comissione da noy, nè ancho a noy pare tempo de usare asperità nè spiacevoleze cum l'homini. Pertanto volimo che tu revochi simile bando et usi piacevoleze et bona humanità cum l'homini, perchè, se tu pensi bene, non è da tenere questi modi per addesso. Avisandone della cagion quale te ha mosso a cossì fare et similmente della recevuta delle presente. Ex felicibus castris nostris apud Trignanum, iiii iulii 1452.
Iacobus.
Cichus.