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629. Francesco Sforza al podestà e ai presidenti agli affari di Cremona 1452 luglio 6 ex castris ducalibus apud Trignanum.

Francesco Sforza comunica al podestà e ai presidenti agli affari di Cremona di revocare i permessi concessi, "per lo suspecto del morbo", ai cittadini e ai contadini cremonesi di portarsi in vari territori veneziani e di chiedere a Venezia i relativi salvacondotti. Tale nuova disposizione è dovuta al fatto che i cittadini e i contadini cremonesi "hanno pigliata una domesticheza conversacione cum li inimici....exosa". In avvenire chi avrà bisogno di portarsi in territorio nemico dovrà chiederne licenza al duca.

Potestati et presidentibus civitatis Cremone.
Spectabiles dilecti que nostri, questi dì passati a complacentia de vuy presidenti concessimo a tuti li nostri citadini et contadini cremonesi che podessano mandare a impetrare libere (a) salviconducti dala signoria de Venetia o dali soy aciò che se possano allargare per lo suspecto del morbo, cominciando a Casalbutano, Casal Sigono ala Corte dei Frati et da quella banda in su fin a Oglio verso Sonzino, a Romanengo e, per tal licentia libera, molti deli citadini et contadini nostri hano pigliata una domesticheza et conversacione con li inimici, che molto ne dispiace et a nuy è exosa, perchè tal conversacione et dimestigheza non possano causare alcuno bon fructo. Pertanto havemo deliberato et per tenore dela presente revocamo et anullamo la dicta licentia concessa, como è dicto de sopra, sichè da mò innanzi non sia licito ad alcuno citadino o contadino nostro cremonese de mandare a impetrare salvoconducto nè altro da inimici, nè praticare nè conversare cum loro per modo alcuno senza nostra spetiale licentia, et così volimo li debiati notificare et commandare a tuti per nostra parte per quanto hanno cara la gratia nostra. Et se li dicti citadini o contadini haverano bisogno de salviconducti nè d'altro da inimici, volimo che quelli tali faciano capo da nuy e, se a nuy parirà de concederli licentia, glila concederimo, in caxo che non haverano pacientia, benchè sperano cum la gratia de Dio provederli in forma et fare talle processo in deli inimici che non serà bisogno de loro salviconducti, pur in questo meso volimo sapere chi va et chi vene dal canto de inimici. Ex castris nostris ducalibus apud Trignanum, die vi iulii 1452. Ser Alexander.
Cichus.

(a) Segue licentia depennato.