Registro n. 7 precedente | 637 di 2129 | successivo

637. Francesco Sforza a Francesco Giorgio e a Gentile della Molaria 1452 luglio 7 in castris nostris apud Trignanum.

Francesco Sforza conferma a Francesco Giorgio e a Gentile della Molaria di aver preso atto della informazione da loro datagli della costruzione del ponte sull'Adda di fronte a Cerreto e delle scorrerie fatte dai nemici, nonchè delle reazioni loro. Vuole che si incoraggino gli uomini a reagire virilmente non lasciandosi intimorire dalla propaganda ostile, essendo ben noto al duca "lo consueto animo et dispositione" che i Veneziani "hanno portato et portano ad nuy et al stato nostro". Egli (duca) ha ordinato ad Antonio Landriano, con i suoi uomini, e a Pietro Maria Rossi di portarsi con tutta la sua gente e due connestabili con 300 fanti per danneggiare l'accennato ponte. A Gentile ingiunge di rimanere ov'è. Dispone che quel tal Giovanni che hanno catturato sia affidato, con buona guardia, alle carceri di Pizzighettone.

Francisco Georgio et Gentili dela Molaria.
In questa hora ii de nocte havimo recevuta la vostra lettera facta hiere sera ad hore ii de nocte, et inteso quanto ne scriviti del ponte che hanno posto li inimici sopra Adda scontro ad Cerredo et della correria che hanno facta ad quella nostra terra, et cussì dello damno et vergongna li haviti facto, restamo advisati et molto ne piace che li habiati resposto animosamente et facto de loro pocha stima, como haviti facto. Et cussì voliti confortare tutti quilli nostri homini ad stare de bona voglia et defendersi gagliardamente et virilmente , como speramo in (a) loro, et non timere zanze nè minaze delli inimici, perchè prestissimo li faremo scordare li facto loro et haveranno caro ad guardarse la via loro, non tanto damnizarne li homini nostri. Nuy circha questa parte non ne extendimo a dire troppo, [ 164v] perchè ne pare superfluo, cognoscendo nuy lo consueto animo et dispositione che li homini predicti sempre hanno portato et portano ad nuy et al stato nostro, si non che vogliati stare de bono animo et confortare che (b) ogni persona de quella terra staga constante et ferma alla devotione et fede nostra et fare como fanno li valenti homini et subditi verso lo suo signore. Nuy havimo mandato questa matina Antonio de Landriano cum tucti li suoy del canto de là et in quest'hora li mandamo el magnifico Petro Maria cum tucti li suoy et duy conestabili cum fanti 300 ali quali havimo commisso et ordinato fazano tucto quello gli sia possibile per guastare dicto ponte, et cussì ne rendiamo certi elli lo faranno, cum li quali ve vogliati bene intendere, et, bisognando fare più una cosa che un'altra, rechiederiti loro che provederanno opportunamente ad quello sarrà de bisongno. Ben dicimo che se fossimo stati obediti et fosse stato facto quello che tante volte li habiamo scripto et mandato a dire, dicti inimici non haveriano may facto dicto ponte. Pur sia la cosa como se voglia, vogliati actendere alla bona guardia dì et nocte et ad fortificarvi in modo che non habiati casone de dubitare de dicti inimici. Et de tucto quello succederà, horatim vogliati continuamente advisarne. Tu, Gentile, non te partire de lì dentro, perchè se tu non li fossi, ti li manderessimo lì dentro. Data in castris nostris apud Trignanum, die vii iulii 1452, hora iii noctis.
Quello Iohanne che haviti pigliato, ne piace, lo quale vogliati mandare dentro la rocha nostra de Pizghitone et che sia ben guardato. Data ut supra.
Iohannes.

(a) Segue vuy depennato.
(b) Segue che ripetuto.