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679. Francesco Sforza al podestà di Ottolengo (1452 luglio 15 "apud Trignanum").

Francesco Sforza scrive al podestà di Ottolengo che desidera venga dato il salvacondotto a quelli di Ghedi che si sono portati al campo per averlo. Lo incoraggia a non far caso alla "frasche" e alle "Zanze" dei nemici e lo rassicura dicendogli di aver accettato la sfida veneziana con non altro animo "se non con ferma dispositione de vincerla, et cussì vedranno per effecti"

Potestati Ottolenghi.
Ne piace, respondendo a quello hay scripto ad Cecho, nostro secretario, che quilli da Ghedi habiano mandato in campo per lo salvoconducto, et haveremo caro lo concedano, et concedendolo vogline advisare. Appresso havimo veduto quello hanno scripto a quelli homini li providitori de campo et de Bressa, al che non achade fare altra resposta, perché non facemo caso delle minaze loro, perché sonno horamay cognosute et ciaschuno sa che non se passeno se non de frasche et de zanze, siché vogli confortare quilli nostri homini a stare de bona voglia et non dubitare de cosa alchuna, perché non havimo tolta questa impresa se non cum ferma dispositione de vincerla, et cussì vederanno per effecti. Data ut supra.
Irius.
Cichus.