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682. Francesco Sforza vuole che Antonio da Trezzo 1452 luglio 17 "apud Trignanum".

Francesco Sforza vuole che Antonio da Trezzo si porti dal duca e marchese estense e gli faccia noto lo stupore dello Sforza per l'imposizione fatta agli uomini di Cotignola per aver mantenuto l'obbligo dell'anno precedente di portarsi a Lugo "a torre le bolecte", ma altresì per inibire che detti uomini "conducano li loro recolti". Tali disposizioni allo Sforza "saria manchamento et vergongna" nei suoi riguardi.

Antonio de Tritio.
Gravandosi molto l'homini nostri da Cotignola che quello illustre signor duca et marchexe, non solamente non gli ha revocata la innovatione gli fo facta l'anno passata de andare a torre le bolecte a Lugo, ma gli vole inhibire che non conducano li loro recolti, segondo sonno usati de sempre fare, hanno mandato da nuy cum lettere et scripture, le quale te mandiamo aligate alle presente. Et perché non credimo, né possimo credere per modo alchuno che questa sia la mente né oppinione del prelibato duca, volimo che tu te retrovi cum la sua excellentia et l'avisi del gravamen fanno li homini predicti, vedendose inovare quello che may più da signore del mondo non gli fo facto, et anche nuy, quando cussì fosse, che non potemo credere, ne pigliarissimo singulare admiratione, perché, oltra el damno che per questo vinisse alli homini, ad nuy saria manchamento et vergongna. Nam havendo nuy tractato origene de là, et siando sempre tractati bene et honorevelmente dalli signori passati, et sperando cum più [ 175r] favore le nostre cose essere riguardate da questo per l'amicitia, benivolentia, intrensicheza et fraternità, reputamo havere cum sì per certo troppo grave, ne pareria recevere detrimento da quello, dal quale speramo ogni favore et bene. Et se fusse forse la sua signoria indignata de qualche irreverentia havesseno usata quilli homini in lo respondere, che ad nuy rencresciria ultra modo, conforta et prega la sua signoria che se non a loro, almancho ad nuy voglia havere quello respecto che haverissimo nuy a sua excellentia et alle cose sue, et voglia fare revocare tale inhibitione dela quale cum ogni iustificatione se poterissimo meritamente dolere et agravare. Ma credimo non bisognarà che se ne agravamo, perché la sua signoria gli provederà. Tu autem vedute et examinate le lettere et scripture alligate, le poteray tenere appresso de ti aut darle a quilli da Cotignola, rechedendotele, et de tucto advisarane ciò che è sequito. Ex castris nostris felicibus apud Trignanum, die xvii iulii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.