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683. Francesco Sforza al marchese estense (1452 luglio 17 "apud Trignanum").

Francesco Sforza dice al marchese estense tutto il suo stupore per la disposizione "che may non ne poteria cadere in mente" che gli uomini di Cotignola non possano condurre i loro raccolti: disposizione che mai avrebbero dato "gli altri signori passati".

Domino marchioni Estensi.
Siandose molto gravati el comune et homini de Cotignola de alchune inovatione et inibitione gli mostra voler fare la vostra excelentia circha el redurre delli loro (a) recolti, et havendo loro mandato da nuy per tal cagione, non gli havimo voluto credere quello che may non ne poteria cadere in mente, cioè che la vostra signoria volesse mancho ben tractare et favorire nuy et le cose nostre che habiano facto gli altri signori passati. Ma havimo scripto ad Antonio da Trezo, nostro cancellero, che sopra ciò deba essere cum la vostra signoria, la qual pregamo che in quanto gli dirrà per nostra parte circha ciò, gli daga quella credenza et pieneza de fede che faresti alla persona nostra propria. Data ut supra.
Ser Iacobus. Cichus.

(a) Segue biade depennato.