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691. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1452 luglio 19 "apud Trignanum".

Francesco Sforza ordina al podestà di Cremona che, accertato, tramite Giovanni Nolino ("cognosciuto per cittadino da bene et vertuoso") e con giuramento del cremonese Zeno da Casanova che costui diede a Giacomo da Farfengo, pur lui cremonese, tre ducati d'oro pochi giorni prima che morisse, costringa con procedura sommaria i renitenti eredi di Giacomo a soddisfare Zeno dei tre ducati prestati e che non riebbe non potendo avvicinare Giacomo, che si "era infirmato di male de morbo".

[ 177v] Potestati Cremone.
Spectabilis dilecte noster, Zeno da Casanova, cittadino de quella nostra città de Cremona, più dì fa prestò ad uno Iacomo da Farfengo, pur cittadino dela dicta nostra città, ducati tre d'oro pochi dì prima ch'el dicto Iacomo morisse, como de ciò dice essere informato un Zohan Nolino de quella terra, quale è cognosciuto per cittadino da bene et virtuoso. Et perché el dicto Zeno non possete sollicitare de rehavere li soy denari nel tempo ch'el dicto Iacomo stava male, perché era infirmato di male de morbo, et le soy herede recusano farli el suo devere, volimo che, testificando el sopradicto Zohan Nolino ch'el dicto prestasse dicti denari pochi dì innanzi la sua morte, et che lu(y) decto Zeno zure non haverli rehavuti, che vui debiate astrengere le soy herede ad darli li dicti tre ducati et restituirglili liberamente. Et in questo volimo procediate summarie, simpliciter et de plano, solum facti veritate conperta, azò el dicto Zeno habia integramente el suo devere senza litigio né altra longheza de tempo. Ex castris apud Trignanum, 19 iulii 1452.
Iohannes.