Registro n. 7 precedente | 698 di 2129 | successivo

698. Francesco Sforza a Manfredo da Forlì, commissario a Pontevico 1452 luglio 20 "apud Trignanum".

Francesco Sforza scrive a Manfredo da Forlì, commissario a Pontevico felicitandosi per ilbastione fatto costruire e per quell'altro che intende realizzare. Gli fa avere le lettere patenti che gli consentono di comandare su alcune terre, in dette lettere indicate. Si dice meravigliato del pane e del vino fatto distribuire ai fucilieri, ai balestrieri e ai fanti di Achille e di Tartaglia: non vuole che si dia del pane, riguardo al vino può darne, ma se sul posto non ve ne fosse non venga dato perchè intendimento del duca "non è de disfare quilli homini". Prima di andare a Cremona per legname per i sandoni passi dal duca per avere le sue disposizioni.

[ 179r] Manfredo de Forlivio, commissario Pontis Vici.
Respondendo ad quanto ne scrivi del bastiono facto et de l'altro che faray fare presto, ne piace summamente et comendiamote della dilligentia et solicitudine toa usata. Et cussì te confortiamo ad far fare l'altro bastione dove meglio te parerà et che sia più necessario, non perdendogli tempo alchuno. Et hogi te havimo mandate le lettere patente per le quale poteray comandare ad alchune terre, che se conteneno in esse, che debiano exequire quanto li comandaray. Del pane et vino hay facto dare ad quilli schiopettieri, balestreri et fanti de Achille et de Tartaglia, ne maravigliamo de ti, perché tu say che nuy non te ordinassimo che dovesti farli dare pane, ben dicissimo che, essendoli del vino, gli ne facessi dare, siché da qui inanzi non li fare dare più pane né vino se non gli n'è, como tu scrivi. Alla parte che vogliamo darte licentia de andare ad Cremona per ordinare quanto bisongna per lo lignami delli sandoni, dicimo, anzi tu vadi ad Cremona, volimo a vengni da nuy perché te informaremo de quanto haverai b ad fare, che vogliamo darte adviso del modo habii ad servare per lo passare, et cetera, dicemo debbi usarli quella migliore diligentia sia possibele, perhò che non saria possibele che nuy facessimo fare bulectino ad ogniuno che passa lì. Ma bisongna che la discriptione venga da ti et notare quanti ne passano per lì. Ad ciò intendi meglio quello habii a fare per lo pane et vino de dare a quilli fanti, dicimo che del pane non volimo gli ne faci dare; del vino, se gli n'è, siamo contenti gli ne faci dare, in chaso che non gli ne fusse, habiano patientia, perché nostra intentione non è de disfare quilli homini. Data in castris nostris apud Trignanum, die xx iulii 1452.
Iacobus de Rivoltella.
Cichus.

(a) volimo in interlinea.
(b) haverai in interlinea su hay depennato.