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762. Francesco Sforza ad Antonio da Trezzo 1452 agosto 4 "apud Quinzanum" .

Francesco Sforza rispode ad Antonio da Trezzo e si dice assai dispiaciuto del comportamento verso l'Estense di quei di Cotignola, meritevoli di "bona castigatione". Vuole che Antonio assicuri l'Estense che se i figli o i fratelli mancassero di rispetto verso di lui non gradirebbe che lui non li punisse.Conclude la missiva con la speranza di potere prestissimo fare paura "cum effecto" ai nemici.

[ 195r] Antonio de Tricio.
Havimo recevuto doe toe littere,datate a xxvii et xxviiii del passato et inteso quanto scrive, respondemo alle parte, et primo, al facto de quelli de Cotignola et de quanto ha facto cum loro el signore duca, et cetera. Dicimo che ne rencresce grandemente, siando quilli da Cotignola deshonestati in cosa alchuna verso esso signore duca, che non li habia data una bona castigatione, che saressimo stati contentissimi, perché è contra la mente et dispositione nostra, perché volimo che quello signore possa fare et disponere de tucte le cose nostre quanto delle sue proprie, et non altramente, como fariamo nuy de quelle della signoria sua, perché tenemo che le cose nostre siano de quello signore, et volimo che possa prendere ogni fidutia et segurtade de quelle, quanto nuy medesmi, et che da tucti li nostri gli sia portata quella reverentia et honore in tucte cose che se faria et portaria ad nuy proprii. Et cussì ne dole et incresce quando altramente sentiamo. Et volimo che sia certa la signoria sua che questa è nostra ferma et inviolabile dispositione, et volimo che certifichi molto bene la signoria sua che se Galeazo Maria o qualunqua altro di nostri figlioli o fratelli, o fosse chi volesse delli nostri, che a quello signore non portasse quello honore et reverentia che fariano alla persona nostra, non l'haveressimo per bene se la signoria sua non gli desse debita punitione. Et de questo volimo ne certifichi molto bene la signoria sua, alla quale anchora gli scrivimo per l'alligata in opportuna forma, et cussì per l'alligata scrivimo in opportuna forma a dicti homini. Alla parte de Guiglielmo, ne rencresce assay del caso suo. Vogli stare actento de quello seguita de luy et advisarane poy. Alla parte de messer Petro deli Ardizoni, havimo veduto quanto monsignore de Modina ha scripto, sichè nuy gli respondimo per la alligata, ad quanto accade, che li piacia havere anchora qualche di sufferentia per fino retornarà in là messer Piero, et cussì li vogli dire et confortarlo da nostra parte, perché nostra intentione è che alla persona sua sia integramente et cum effecto satisfacto. Alla parte dello adviso ne fay del facto della pace et della paura ne hanno li inimici,et cetera, dicimo che speramo prestissimo farli la paura cum effecto. Aspectiamo de scrivere qualche effecto, quale speramo prestissimo scrivere. Ex castris nostris apud Quinzanum, iiii augusti 1452.
Iacobus.
Cichus.