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776. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1452 agosto 8 "apud Quinzanum"

Francesco Sforza, dopo aver accennato al podestà di Cremona che la spesa mensile del pane mandata in campo ammonta a ottocento lire, delibera di troncare la possibilità per chiunque di portare il pane all'esercito: si porterà solo quello confezionato a Cremona sotto il nome del duca. Lascia al podestà, in sintonia con gli ufficiali deputati sopra il pane, di stabilire la pena ai trasgressori della nuova disposizione.

Potestati Cremone.
Come doveti sapere, nuy havimo una gran spesa in quella nostra città in far fare del pane per uso dello exercito nostro et sapiamo che ne costa octocento libre ogni mese senza utilità alchuna, perché nuy facemo fare el pane, quale se quasta et non se pò spazare, perché ognuno mena pane in campo per vendere. Et perché non è bene che nuy habiamo la spesa et altri la utilità, deliberiamo et volimo debiati provede(re) che niuno, sia chi se voglia, debia condurre più pane in campo se non de quello se fa lì a nostro nome, socto quella pena parerà ad vuy. Et de questo vogliative intendere cum li nostri officiali lì deputati sopra el pane, aciò sapiano come governarse in mandare loro del dicto pane. Data in castris nostris apud Quinzanum, die viii augusti 1452.
Irius.
In simili forma capitaneo districtus Cremone et deputatis super munitionis exercitus.
Cichus.