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82. Francesco Sforza a Giovanni Caimo 1452 gennaio 16 Lodi.

Francesco Sforza comunica a Giovanni Caimo di aver rimosso, causa la sua infermità Folignato da castellano di Pizzighettone e di aver destinato alle locali rocca e rocchetta Guidino e Bartolomeo da Cotignola. Vuole che lui,(Giovanni) sia presente alla presa di possesso delle due fortezze e alla consegna delle munizioni, alcune delle quali (vino, biada e altre cose) sono di proprietà di Folignato: di tutte se ne faccia un inventario, valutando esattamente quelle di Folignato per pagargliele.

Iohanni Caymo commissario Pizleonis.
Per la sen(ten)tia ne ha facto già più dì fa el Fulignato, nostro (a) castellano de quella rocha de Pizghitone, che volimo rimoverlo di quella rocha, perchè, per la infirmità sua, dice non essere habile alla guardia della dicta rocha, nuy lo habiamo rimosso di quella rocha et in suo loco habiamo constituiti castellani della dicta rocha et della rochetta de qua dal ponte Guidino et Bartholomeo da Cotignola, presenti exhibitori, quali mandiamo lì cum lo contrasingno et schrivimo al Fulignato gli consengni l'una et l'altra rocha, cussì per loro mandiamo lo inventario delle munitione nostre degono essere nella dicta rocha. Pertanto volimo debbi essere cum loro ad pigliare la tenuta della dicta rocha similiter ad vedergli consignare le monitione, secondo lo inventario, et se pur gli manchassero qualche munitione secondo lo inventario, Michele de Bataglia deve essere informato dove siano andate, ma de quelle munitione che per lo Fulignato saranno consignate ali dicti [ 20v] Guidino et Bartholo, ne manderai tu lo inventario. Et perché el Fulignato ha alchune munitione sue, cioè vino et biada et altre cose, quale lasserà nella dicta rocha, volimo che vede dilligentemente quelle cose del Fulignato, quale luy vole lassare in essa rocha, et insieme cum Guidino et Bartholo fare merchato d'ogni cosa per quello sia raxonevele et poy ne mando lo inventario d'ongni cosa per quello (b) montaranno le cose del Fulignato, perchè nuy gli farimo dare li dinari per modo restarà contento, ma vedi che nuy non pagamo le cose nostre proprie o le pagamo el dopio, ma questo vogli fare cum bona discretione. Data Laude, die xvi ianuarii 1452.

a Segue famiglio depennato.
b Segue sia raxonevele depennato.