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822. Francesco Sforza al podestà di Cremona (1452 agosto 15 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza ordina al podestà di Cremona che a Maria, femmina di Carlo del Concino, oste cremonese, venga restituito tutto quello di cui il suo "cavalero" l'ha spogliata, per essere priva di quel contrassegno che contraddistingue le donne di certo pubblico mestiere, "signale", di cui la predeta femmina non era (così lei rivendica) tenuta a fregiarsi, "perché non fo nel dicto loco più de tri anni passati".

Potestati Cremone.
N'è facto querela per parte de Maria, femina de Carlo del Concino, hostiero in quella nostra città, che l'è stata spogliata per lo vostro cavalero socto colore che la sia femina del loco comune et che la dovesse portare certo signale como le altre. Et perché n'è dicto per parte della dicta femina che non è obligata a portare tale signale, perché non fo nel dicto loco più de tri anni passati, vi comettiamo et volimo, essendo cussì, debiati provedere che alla dicta femina sia restituito intregamente tucto quello gli è tolto del suo senza exceptione et contraditione alchune. Data ut supra.
Irius.
Cichus.