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837. Francesco Sforza a Giovanni de Pillizariis, officiale di Seniga, e a Marciano (1452 agosto 19 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza scrive a Giovanni de Pillizariis, officiale di Seniga, e a Marciano di essere informato della resa di Bagnolo. Vuole che non ne facciano gran caso: quelli di Bagnolo la sconteranno. Facciano di tutto per rendere sicuro il possesso di quel territorio e si mandino "in confini di là da Po" gli individui sospetti. Non vuole che Giovanni vada a Cremona, essendo necessaria la sua presenza in loco: lasci che i tre che sono a Cremona li esamini il locale podestà.

Iohanni de Pillizariis, offitiali Senighe; et Marciano.
Respondendo a quanto ne haviti scripto, dicimo, prima, alla parte de quello hanno reportato quelle due femine ritornate da Bressa del facto de Bagniolo, nuy ne restamo advisati per altre vie et non bisogna per questo che, né vuy, né quilli nostri homini pigliano umbreza alchuna, perché faremo per tal modo che essi da Bagnolo se pentiranno havere facto quello che hanno facto et saranno exempio ad tucta Lombardia. Alla parte de quilli haviti destenuti et mandati ad Cremona ne siamo advisati, et per questa non repplicamo altro sen vogliati assigurarvi de quella terra et tuore fuora quilli de chi haviti suspecto et mandarli in confini de là da Po, facendove prima dare segurtade de non partirse dalle confine sue senza licentia. Et tu, Marciano, vogli fare quanto te havimo scripto et venirtene via presto da nuy. Alla parte che tu, Zohanne, ne scrive de andare a Cremona a fare examinare quilli tri che li hai mandati, dicemo non volimo per niente te parti de lì; ben siamo contenti che tu scrivi al potestà de Cremona che li facia examinare. De lassare venire lì Zohanne Villano, a nuy non pare se debia lassarlo vinire, perché siamo certi che la venuta sua saria molto più nociva che utile al stato nostro. Data ut supra.
Iacobus de Rivoltella.
Iohannes.