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839. Francesco Sforza al duca di Ferrara 1452 agosto 19 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza chiede al duca di Ferrara di voler liberare Zanino Calvenzano da Niviano dalla prigione cui è stato condannato e di salvarlo dalla morte in osservanza dei salvocondotti concessi sia dal marchese che dagli ufficiali di Reggio.

[ 212r] Domino marchioni Ferrarie.
In quisti dì scripsimo alla signoria vostra in favore et recomendatione de Zanino Calvenzano da Niviano, nostro subdito parmesano, quale dice essere im presone per la vita e pregassimo vostra signoria, per observantia deli salviconducti, quale diceva havere dalla signoria vostra et dalli vostri officiali de Rezo, gli piacesse de relassarlo. Mò intendiamo vostra signoria havere resposto essere contenta de servarli li dicti salviconducti et che per vigore d'essi non resta ch'el non meriti la morte. Nuy scripsimo la dicta lettera perché ne era dato ad intendere che li dicti salviconducti erano validi et boni, ma, sia como se voglia, perché el dicto Zanino è homo dabene et valente della persona et nuy deliberamo torlo alli nostri servicii, perché etiamdio l'è di nostri Parmesani e de bona casa et n'è recomandato strectamente per molti cittadini principali de Parma. Non possimo (a) fare che non intercediamo de novo per luy, però confortiamo et pregamo vostra signoria che per dicti respecti et per nostro amore gli piacia usare clementia cum el dicto Zanino et perdonargli la vita et farlo liberare de presone, la qual cosa haveremo ad singulare piacere et contentamento. Ne rencrese bene dare molestia de questa cosa alla signoria vostra, ma per li respecti dicti de sopra non possiamo fare de meno, et cussì pregamo vostra signoria gli piacia de fare. Ex nostris felicibus castris apud Quinzanum, die xviiii augusti 1452.
Irius.
In simili forma scriptum fuit:
Lodovico de Casellis,
Laurentio de Strociis,
Antonio de Tricio.
Cichus.

(a) non possimo ripetuto.