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851. Francesco Sforza al famiglio ducale Donato da Milano 1452 agosto 21 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza risponde al famiglio ducale Donato da Milano che date le diverse affermazioni di Matteo e del Modanese, sostenendo quello che Giovanni Guinzone è soldato, mentre questi lo nega, vuole che detto Giovanni rimanga in carcere fino a che non si raggiungerà "bona chiareza" sul suo stato. Consente che la rocca di lì sia ben fornita, ma avendo l'avvertenza di non arruolarvi gente della terra; ciò fatto, sia il giorno seguente al levare del sole da lui "cum li cavalli et arme".

Donato de Mediolano familiari.
Havimo recevuto tua lettera, et inteso quanto scrive, respondemo alle parte, et primo: al facto de Iohanne Guinzone dicemo che havimo inteso quanto scrive (a) el signore Matheo; ma el Modanese dice et aferma et vole mantenere che dicto Iohanne non è soldato et che rasonevelmente el pò rescodere. Siché per dicta casone volimo ch'el dicto Iohanne lo debbi tener sostenuto cum bona custodia como è stato facto per fino qui, non gli inovando cosa alchuna altramente, per fino se haverà bona chiareza se era et è soldato o non. Et vogli cerchare per quella via te parerà de sentire et intendere la verità se è soldato scripto, como alega dicto signore Matheo, o non, et siando soldato lo farimo liberamente relassare. Al facto delli homini d'armi del conte Iacobo che sonno zonti lì, dicemo che restamo advisati. [ 215r] Al facto della rocha de lì, te dicemo che tu vedi de fornirla molto bene per quella migliore via te parerà che sia più expediente et cauta, ma non li volere mettere per nissuno modo dentro la dicta rocha homini che siano della terra. Et fornita dicta rocha, fa che domatina te retrovi da nuy ad bona hora cum li cavalli et arme tue, et per ogni modo non manchare che ad dicto partito te retrovi domane qui, lassando ben fornita dicta rocha, como havimo dicto, et fa che sii qua domatina alo levare del sole. Ceterum nuy te scrivemo un'altra lettera, da per sì da questa, circha alli facti del dicto Iohanne, quale poray fare mostrare al signore Matheo che la veda, ma che non la retenga; et faray rendertela, et non lassare trarne copia alcuna. Ex castris nostris apud Quinzanum, die xxi augusti 1452.
Ser Iohannes. Cichus.

(a) quanto scrive ripetuto.