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856. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1452 agosto 23 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza vuole che il podestà di Cremona, accertato che sono stati portati via due buoi a Bertola da San Gervasio, gli faccia avere il bue che ha riconosciuto essere presso Giovanni Polito, abitante a Cremona nel borgo di San Lazzaro, e il prezzo dell'altro che il taverniere di Casalsigone ha fatto macellare.

Potestati Cremone.
Ad quisti dì sonno robati uno paro de bovi al Bertola da San Gervasio, presente latore, li quali el povero homo ha cognusciuti, et dice haverne uno d'essi bovi uno Zohanne Polito, che sta in lo Borgo de San Lazaro di quella nostra città, et l'altro el tavernaro de Casal Sigone, ma ch'el thavernaro ha morto el suo et venduto alla becharia. Et perché non ne pare rasonevele cosa che questo povero homo debia perdere la robba sua, volimo che, provandove luy dicti bovi essere stati suoy, debiati, recevuta questa, farli restituire quello è vivo et li faciati dare li dinari del'altro che è stato morto. Et si quilli che compronno dicti bovi se agravassero de questo, [ 216r] fati che vengano da nuy, perché se cognosceranno quilli da chi comprono dicti bovi, nuy li faremo restituire li suoi dinari. Ma prima et ante omnia, provando luy dicti bovi essere suoy, fatigli restituire come vole la rasone. Data in castris nostris apud Quinzanum, die xxiii augusti 1452.
Iacobus de Rivoltella.
Cichus.