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868. Francesco Sforza ad Antonio da Trezzo (1452 agosto 25 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza, in risposta alle lettere di Antonio da Trezzo, lo informa di aver scritto a Firenze per la vicenda dei cinquemila ducati e dei panni fiorentini trattenuti a Ferrara. Quanto a Sigismondo (Malatesta) ha inteso che s'è diretto in Toscana. Ricorda che gli ambasciatori del Re di Francia e di re Renato sono stati da lui per un accordo con Guglielmo (da Monferrato): se facesse guerra contro lo Sforza, se ne pentirebbe.

Antonio de Tricio.
Havimo recevute doe toe, date a xviii del presente, continente più cose, et, respondendo solamente a quelle parte che rechedeno resposta, dicimo circh'al facto delli v mila ducati et delli panni Ferintini retenuti a Ferrara che nuy ne havimo scripto opportunamente a Firenza, et dela resposta che ne haveremo saray advisato. Del signore Sigismondo non è vero quello se dice delli facti suoy. Immo intendiamo ch'el è levato per andare in Toschana et cussì crediamo haveray inteso anchora ti. El signore Guillelmo non è vero che campeza, come s'è dicto, lì. In questi dì forono da nuy li ambassatori del Re di Franza et del re Renato per acordarlo cum nuy, et cussì sonno retornati indreto. Interim le gente nostre sonno soprastate de farli novitate alchuna; non havimo però anchora havuto resposta della conclusione. Nuy l'aspectiamo fra quatro dì: se l'averà loco, bene quidem, si minus, te certificamo se procederà contra de luy et farasse in modo non voria may havere incomenzata la guerra. Del figliolo de Athanasio non dicimo altro se non che te debbi dare ad intendere quello ch'el praticha lì et advisarane. De qua non c'è altro di novo: nostro compare Diotesalvi è vinuto da Firenza. Nuy actendiamo ad redrizare le cose de qua; et subito saranno redrizate in modo ne sequiranno li effecti quali te havimo scripti altre fiade. Et parerà te habiamo dicto el vero, benché le cose siano andate un pocho più in longo che non se pensava. Data ut supra.
Irius.
Cichus.