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905. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1452 agosto 30 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza, informato dal podestà di Cremona di non aver ancora potuto provvedere alla traduzione a Piacenza dei due prigionieri, consegnatigli dal cameriere ducale Pizetto,per mancanza dei navaroli, ribadisce che detti prigionieri vengano portati per terra o per acqua dal capitano della cittadella e dal podestà di Piacenza.

[ 227v] Potestati Cremone.
Respondendo a quanto ne haviti scripto circha el facto de quilli duy presoni menò lì Pizetto, nostro camorero, quali fino mò non haviti potuto mandare a Piasenza per aqua, secondo ve scripsimo per non havere trovati navaroli, et che ve pareria doverse meglio condurre per terra, et più siguramente, actento che per aqua non se poteria fare de mancho de non havere a pernoctare nanzi arivasseno a Piasenza. Dicemo che dicti presoni stanno per la vita, et cussì vi li facessimo consignare, che ne despiaceria fina al'anima quando non fosseno liberamente conducti dove ve havimo ordinato. Siché, o per aqua, o per terra che siano conducti non ne curiamo, purché liberamente siano consignati in mane del capitaneo della cittadella et potestà de Piasenza. Usatigli, adoncha, tale vostra diligentia che non manchi siano consignati a Piasenza in loro mane, come havimo dicto, siché (a) ve havimo voluto scrivere questa perché sapiati la intentione nostra et aciò se ne intervenisse altro, non possiati dire cussì sa. Data in castris nostris apud Quinzanum, ultimo augusti 1452.
Christoforus.
Iohannes.

(a) siché in interlinea.