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947. Francesco Sforza a Giovanni Caymo, commissario di Pizzighettone (1452 settembre 8 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza scrive a Giovanni Caymo, commissario di Pizzighettone, di aver vista la richiesta sulla riparazione delle "corderie" per il ponte. Vuole che indaghi sul quantitativo necessario, evitando di richiederne, come avvenuto, il doppio del necessario. Mandi, poi un suo uomo e Gabriele di Cernusco dai Maestri delle entrate o dal referendario di Pavia con le lettere allegate con le quali il duca scrive che consenta agli uomini delle ville di ridursi, in conformità del parere di Teseo, a Cremona, ma non lì.

Iohanni Caymo, commissario Pizleonis.
Respondendo ad quanto tu ne scrive de quel ponte, quale ha bisongno de reparatione de corderie et che vogliamo scrivere et fare provisione ch'el se ne habia, volimo che tu faci vedere et examinare bene cum quante se pò fare, non mettendo el dopio più che non bisongna, come è facto altra volta. Et potray mandare uno tuo messo informato del bisogno alli Maistri dalle intrate nostre et Gabrielle de Cirnusculo, aut al referendario da Pavia cum le alligate, per le quale gli scrivimo che subito gli provedano alla parte delli homini delle ville circumtantie, che se voriano redurre lì dentro et, anche inteso el parere tuo, a nuy similmente non pare che tu gli admetti, né gli lassi intrare, et meglione pare che se reducano ad Cremona. Et cussì gli faray dire. Data ut supra.
Ser lacobus.
Cichus.