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963. Francesco Sforza a Borso d'Este (1452 settembre 10 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza esprime a Borso d'Este il suo disappunto per il comportamento di quelli di Cotignola che molestarono il mulattiere di Ferrara, reduce da una gara, con il mulo carico di cinque pali vinti a Firenze e trattenuto dai dazieri di Cotignola che gli rovistarono tutta la sua roba e gli presero trecenti e mezzo ducati insultandolo. Lo Sforza ha scritto alla madre di mandare a Ferrara i dazieri colpevoli in modo che l'Estense dia loro la meritata punizione.

Domino Marchioni Estensi.
Siamo advisati che, venendo uno vostro mullatiero da Ferrara cum uno mulo caricho de palii guadagnati al correre, come è de usanza, quanto fo zonto a Cotignola quilli da Cotignola lo reteneno lì cinque dì, cercharono tucta la robba, gli tolseno tri ducati e mezo prima che lo liberasseno, et usarono certe altre dishoneste parole, delle quale cose havimo preso uno singulare dispiacere et mal contentamente et tanto n'è rencresciuto et rencresce questo acto, quanto cosa che havessimo possuto sentire, et certamente, se nuy fossimo de là, ne faressimo tale punitione che un'altra fiata sariano più savii. Nondimeno deliberando che questo acto non passe impunito, avisamo la signoria vostra come havimo scripto a Cotignola a madonna nostra madre che omnino debbia mandare li dicti datieri alla signoria vostra, li quali venendo, como siamo certi, venerrano, piacia alla signoria vostra farli tale punitione che siano exempio alli altri datieri de non commettere simele dishonestade. Data ut supra.
Irius.
Cichus.