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977. Francesco Sforza ai castellani di Cremona (1452 settembre 12 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza inibisce ai castellani di Cremona di lasciar giù il ponte per far entrare nel castello, come denunciano i dazieri delle porte cittadine, dellle benaze di uva, mentre non devono consentire di introdurre alcunchè senza licenza del duca. Vuole che consegnino al podestà il prigioniero Pietro Ungaro, già compagno del connestabile della porta di San Luca, perché possa essere riesaminato.

Castellanis Cremone.
Li datieri delle porte de quella nostra città hanno mandato da nuy a farne querela come vuy più et più volte haveti lassato giuso el ponte de quello nostro castello et tolto dentro de molte benaze de uva, el che retorna in suo grandissimo damno, della qualcosa se ne maravigliamo et dolemo grandemente de vuy che habiati tanta presumptione et tanto ardire che lassiati giuso el dicto ponte, né togliati dentro cosa alchuna senza nostra licentia. Pertanto ve comandiamo che da qui inanzi non debbiati lassare intrare in lo dicto castello persona niuna, né acceptare et torre dentro non solum una benazza de uva, ma una sechia, per quanto haveti cara la gratia nostra, advisandove che se nuy ne sentiamo più parola, né ne habiamo più lamenta, ve daremo tale corectione che ne sariti malcontenti et cognosceriti quanto ne sia rencresciuto de simili vostri deportamenti. Ceterum volimo debiati consignare et dare in le mane del potestà nostro lì, quello Pedro Ungaro che haviti im presone, quale era compangno del conestabile della porta de San Luca et darli anchora la examinatione et confessione facta per lo dicto Pedro Ungaro, ad ciò esso potestà possa meglio examinarlo de novo segondo li havimo scripto. Data ut supra.
Iacobus de Rivoltella.
Cichus.